Dedicarsi alla professione anima e corpo per poter scoprire il mestiere più bello del mondo.
Protagonista della nostra nuova intervista è il dott. Miguel Rechichi, che ci racconta l’importanza di un percorso formativo ben strutturato ed articolato e, soprattutto, di aprirsi alla comunità scientifica mondiale.
Come ha scelto il suo percorso formativo in Oftalmologia e quale è il suo profilo professionale attuale?
Sono un oculista privato, chirurgo del segmento anteriore con un interesse particolare per la chirurgia laser assistita e per il trattamento del cheratocono. Sono il fondatore, assieme a mia moglie Melania, del Centro Polispecialistico Mediterraneo, un poliambulatorio con alta specializzazione nella chirurgia oculistica. Ho da sempre avuto una grande passione per i computer, la tecnologia, la fotografia ed i viaggi. I miei genitori, papà anestesista e mamma pneumologa, mi hanno trasmesso l’amore per la medicina. Spesso da piccolo trascorrevo molto tempo in ospedale, mentre i miei lavoravano e da sempre il mio desiderio è stato quello di fare il dottore per aiutare le persone.
Fino al quarto anno di medicina non avevo un’idea precisa sulle mie scelte future. L’oculistica per me è stata un colpo di fulmine, perché era l’unica branca che univa in una sola specialità tutte le mie passioni: scienza, tecnologia, ottica. Ho iniziato a frequentare, da volontario prima ancora di entrare in specialità, ospedali prestigiosi come il Moorfield Eye Hospital di Londra. Troppa la voglia di vedere ed imparare. Durante la specialità passavo le mie vacanze all’estero per affinare le mie conoscenze e la mia esperienza chirurgica. Ho frequentato il gruppo del Prof Amar Agarwal per tanti anni. Dopo la specialità ho iniziato a lavorare come chirurgo refrattivo presso alcune cliniche convenzionate in Calabria, acquisendo una grande esperienza nel campo del cross-linking corneale e dei laser ad eccimeri. In quegli anni, dal 2009 assieme al mio amico fraterno Cosimo Mazzotta, abbiamo cominciato a sviluppare le tecniche di cross-linking accelerato, mettendo a punto protocolli e le macchine di una nota azienda americana, oggi leader di mercato, che ci aveva affidato questo progetto. Da allora è stato un percorso di grandi soddisfazioni, che mi ha portato a parlare in tutto il mondo di queste evoluzioni.
Sono molte le persone che devo ringraziare, ho avuto molti mentori all’estero come il Prof. Agarwal, la dott.ssa Soosan Jacob, il Dott. Nirav Patel, ma vorrei ringraziare in modo particolare il Dott. Giovanni Spinelli che mi ha perfezionato nella chirurgia della cataratta dall’alto della sua enorme esperienza insegnandomi a gestire i casi complessi.
Negli ultimi tre anni ho realizzato il mio sogno di fondare una clinica, il Centro Polispecialistico Mediterraneo, dove gestiamo le patologie oculistiche a 360 gradi, condividendo esperienze e collaborazioni con i miei colleghi, offrendo ai pazienti la migliore assistenza e facendo formazioni chirurgica sul campo ed a distanza.
Lavoro anche come consulente per i casi complessi di chirurgia refrattiva e cheratocono per alcune cliniche private in Sicilia ed in Campania.
Continuo a fare il ricercatore per passione sviluppando nuove tecnologie nel settore assieme a colleghi italiani e stranieri, sia in ambito accademico che privato.
Ci racconta un caso clinico inconsueto o particolarmente complesso, che è riuscito a gestire e risolvere?
Ricordo un caso complesso, gestito qualche anno fa: una ragazza che era stata operata presso altra sede di PRK per un concorso militare. Un occhio era andato benissimo, l’altro occhio aveva avuto un decentramento importante, con un residuo astigmatismo irregolare.
La paziente era stata ulteriormente ritrattata con un trattamento non customizzato il cui esito finale è stato un haze di grado severo che rendeva la cornea ulteriormente irregolare ed il difetto incorreggibile (Fig. 1).
La paziente era ovviamente disperata e le era stato prospettato l’eventualità di un trapianto di cornea.
La paziente mi viene inviata da un collega, per capire se c’era margine di recupero prima di effettuare un eventuale trapianto.
Dopo aver effettuato una terapia antinfiammatoria per 3 mesi con colliri a base di desametasone e un preparato galenico a base di Losartan, il quadro di infiammazione e di haze era nettamente migliorato, ma permaneva una marcata irregolarità ed un haze importante.
Ho deciso, pertanto, di progettare un trattamento topoguidato allo scopo di ripristinare un profilo corneale più fisiologico.
Il trattamento ha avuto un grande successo, ripristinando un profilo molto regolare e con un difetto refrattivo residuo inferiore ad una miopia di ipermetropia che ha permesso alla paziente di partecipare e superare il concorso al quale non aveva potuto partecipare l’anno prima.
Quando la paziente è tornata dopo aver superato il concorso si è commossa ed è stato un momento molto emozionante per entrambi.
Qualche suggerimento per i giovani colleghi che cominciano il loro percorso in Oftalmologia.
“Stay Hungry. Stay Foolish”, cito una frase di Steve Jobs nel famoso discorso fatto agli studenti della Stanford University, che rappresenta per intero il mio percorso di vita e di lavoro.
Nel momento in cui decidete di fare questo mestiere dedicate anima e corpo perché avrete grandi soddisfazioni, ma anche delle delusioni che solo la passione vi aiuterà a superare in modo brillante. Utilizzate il vostro tempo in modo costruttivo e siate sempre critici con voi stessi ed abbiate sempre il coraggio di seguire le vostre intuizioni non avendo mai paura di fallire.
Frequentate colleghi e persone costruttive che lasciano spazio alle vostre idee senza soffocarle e siate sempre riconoscenti con chi vi ha dato la possibilità di crescere.
Un ultimo consiglio, apritevi al mondo!!! Non esiste che un’unica comunità scientifica mondiale.
Troverete modi diversi di lavorare prendete ciò che ritenete sia valido e trasferitelo nella vostra pratica quotidiana.
Solo così vi accorgerete che nel tempo avete scelto di fare il mestiere più bello del mondo!!!
Nella rubrica “Vi racconto una storia…”
- “Quanto più mi piace fare qualcosa…” – Oculista Italiano
Intervista al dott. Silvio Zagari - “Date ad una donna le occasioni adeguate e…” – Oculista Italiano
Intervista alla dott.ssa Manuela D’Aquino - Ogni caso clinico: un’opportunità di crescita – Oculista Italiano
Intervista al dott. Marco Zagari - Il “tuttologo” è cosa del passato – Oculista Italiano
Intervista al dott. Francesco Cerbella - Ampliare le nostre vedute – Oculista Italiano
Intervista al dott. Pasquale Napolitano - Competenze di base in ogni sottospecialità – Oculista Italiano
Intervista alla dott.ssa Beatrice Tombolini - Farsi condurre anche dal cuore – Oculista Italiano
Intervista al dott. Danilo Mazzacane - Il privilegio di prendersi cura delle persone – Oculista Italiano
Intervista al dott. Giovanni Scandura - “Viaggiare tanto per imparare… – Oculista Italiano
Intervista alla dott.ssa Federica Fossataro - La migliore soluzione refrattiva per ogni singolo paziente – Oculista Italiano
Intervista Dott. Antonio Randazzo
Info redazionali
La nostra rubrica è aperta a tutti gli oculisti che sono interessati a raccontare un caso clinico ai colleghi e al nostro pubblico del web.
Invitiamo chi desiderasse partecipare a questo nostro progetto editoriale a mettersi in contatto con
Redazione editoriale “l’Oculista italiano” – Ada Puglisi
Tel. +39 095 79.22.145
E-mail: info@oculistaitaliano.it
Oppure a scriverci utilizzando uno dei nostri moduli di contatto
Richiesta Informazioni – Oculista Italiano
Collabora con noi – Oculista Italiano
In tema di chirurgia refrattiva e cross-linking corneale:
- Biometria e successo dell’intervento di cataratta refrattiva – Oculista Italiano
- Pratica clinica: applicazione del cross-linking corneale nel trattamento della cheratite infettiva – Oculista Italiano