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In prospettiva le cellule staminali potrebbero costituire una risorsa illimitata per il trattamento di una molteplicità di patologie umane. In particolare le terapie staminali per il trattamento delle patologie retiniche degenerative sono al limite tra la ricerca traslazionale e la pratica clinica e nel caso della DMLE secca stanno già dando i primi promettenti risultati.
La DMLE è una patologia progressiva che colpisce i fotorecettori e l’epitelio pigmentato retinico (EPR). L’atrofia geografica è, infatti, indotta dalla disfunzione e perdita delle cellule dell’EPR successiva alla perdita dei fotorecettori. Pertanto, sostituendo l’EPR danneggiato o malato con cellule sane è possibile ripristinare il visus perduto. Le cellule staminali umane embrionali e le cellule staminali pluripotenti sono le due fonti principali per realizzare questa sostituzione. Per l’integrazione delle cellule staminali dell’EPR nella retina umana si utilizzano attualmente due principali tipi di approccio. Il primo utilizza l’iniezione di un bolo di sospensione di cellule dell’EPR sotto la retina, mentre il secondo impiega fogli prefabbricati di cellule staminali dell’EPR impiantati nello spazio sottoretinico. In base a considerazioni di tipo immunologico, queste sperimentazioni con staminali dell’EPR sono combinate a terapie immunosoppressive per un periodo limitato a prima, durante e dopo l’impianto. Questi innesti di staminali dell’EPR hanno già dato risultati promettenti nelle sperimentazioni cliniche sull’uomo e ulteriori dati positivi sono attesi a breve.
Vedi Current Ophthalmology Reports 03/2015.
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile