Analisi e cause in un ampio studio retrospettivo
La Retinopatia del prematuro (ROP) è una patologia caratterizzata dallo sviluppo anomalo dei vasi sanguigni della retina e costituisce un’importante complicanza nei nati pretermine, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
Se la ROP diagnostica è ai primi stadi il trattamento viene mirato all’ablazione (distruzione) delle aree retiniche prive di vascolarizzazione, poiché le aree retiniche ischemiche producono fattori angiogenetici responsabili dell’anomala crescita dei vasi retinici patologici.
La laserterapia rappresenta attualmente la terapia di elezione (il c.d. gold standard), mentre la criopessia (trattamento col freddo) è indicata in caso di marcata opacità dei mezzi diottrici o di midriasi molto scarsa.
La ROP è stata sempre caratterizzata da una notevole variabilità internazionale nei tassi di prevalenza e nelle modalità di trattamento. Per poter effettuare una comparazione su base scientifica dei diversi tassi di morbilità neonatale, pratiche e standard clinici è stato costituito l’International Network for Evaluating Outcomes in Neonates (iNeo), che include attualmente le popolazioni neonatali di 11 paesi: Australia/Nuova Zelanda, Canada, Israele, Giappone, Svezia, Svizzera, Spagna, Regno Unito, Finlandia and Toscana (Italia). Il risultato del lavoro del team di ricercatori ha portato alla uno studio retrospettivo pubblicato sul British Journal of Ophthalmology.
Nell’analisi è stato incluso un campione molto ampio: ben 48.087 neonati, di età compresa tra le 24 e le 27 settimane di gestazione, con ROP di stadio 3 o più elevato e sono state considerate le percentuali di trattamento per ciascun network nazionale. Sono emerse differenze significative, con tassi di prevalenza che vanno dal 25,2% al 91% e percentuali di trattamento che variano dal 4,3% al 30,4%, con Svizzera e Giappone rispettivamente ai due estremi più basso e più alto. Una minore età gestazionale e un più basso peso alla nascita sono stati identificati come fattori di rischio, mentre l’utilizzo prenatale di corticosteroidi è risultato associato a tassi più bassi di trattamento della ROP.
È stato rilevato un rischio di ROP più basso nei neonati afro-americani rispetto ai caucasici, mentre i nati pretermine ispanici e asiatici provenienti dal subcontinente indiano presentavano un rischio più elevato.
Un risultato interessante, emerso da questo studio, riguarda la correlazione tra ROP e parto cesareo, che fino ad oggi non era stata valutata come fattore di rischio. I dati provenienti dalla popolazione giapponese del Network sembrano indicare una riduzione significativa del rischio di ROP di stadio 3 o superiore nei neonati partoriti con il cesareo rispetto a quelli nati con parto naturale. Tuttavia la correlazione tra modalità di parto e ROP severa probabilmente è molto complessa e richiede uno studio più approfondito.
Possibili spiegazioni degli scenari che mutano da paese a paese possono essere individuate nelle caratteristiche e mutazioni genetiche proprie di ciascuna popolazione e nelle differenti soglie di trattamento e pratiche cliniche.
Bibliografia
– Darlow BA, Lui K, Kusuda S, Reichman B, et al; International Network for Evaluating Outcomes of Neonates International variations and trends in the treatment for retinopathy of prematurity. Br J Ophthalmol. 2017 Oct;101(10):1399-1404. doi: 10.1136/bjophthalmol-2016-310041. Epub 2017 Mar
– Classificazione della ROP. http://www.ropitalia.it/assistenza-oftalmologica.html
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile