Nel numero speciale del Journal of Molecular Medicine, dedicato ad “Advances in Endothelial Biology, Angiogenesis, and Vascular Remodeling”, il dott. Campochiaro della Johns Hopkins University di Baltimora ha pubblicato una review sulla neovascolarizzazione oculare.
Le patologie vascolari retiniche e coroidali possono essere suddivise in patologie vascolari retiniche, in cui è presente una perdita e/o neovascolarizzazione (NV) dai vasi retinici, e NV sottoretiniche, in cui i neovasi si sviluppano nella retina esterna normalmente avascolare e nello spazio sottoretinico. Al primo gruppo appartengono la retinopatia diabetica, le occlusioni venose retiniche e la retinopatia del prematuro, mentre la seconda categoria include la DMLE neovascolare, l’istoplasmosi oculare, la miopia patologica e altre patologie correlate.
L’ipossia retinica è un aspetto chiave del primo gruppo di patologie e si traduce in elevati livelli di HIF-1 (Hypoxia-Inducible Factor-1), che stimola l’espressione del VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor), PDGF-B (Platelet-Derived Growth Factor-B), PGF (Placental Growth Factor) e SDF-1 (Stromal-Derived growth Factor)-1 e dei loro recettori, così come di altri prodotti del gene che regola l’ipossia quali l’angiopoietina-2. Sebbene non sia stato dimostrato che l’ipossia abbia un ruolo nel secondo gruppo di patologie, i livelli di HIF-1 risultano elevati e quindi lo stesso gruppo di prodotti del gene che regola l’ipossia svolge una sua parte.
Gli studi clinici hanno dimostrato chiari benefici degli antagonisti del VEGF nei pazienti con NV sottoretinica dovuta alla DMLE e ancora maggiori sono i benefici che si ottengono combinando gli antagonisti di VEGF e PDGF-B. Altri approcci terapeutici potrebbero essere indirizzati direttamente all’HIF-1 o ad utilizzare il transfer genetico per esprimere proteine endogene o ingegnerizzate in funzione anti-angiogenenica.
Vedi il Journal of Molecular Medicine di marzo 2013
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile