Realtà virtuale e prevenzione delle cadute nei pazienti affetti da glaucoma
Un gruppo multidisciplinare di ricercatori dell’Università di San Diego (California) ha realizzato uno studio per mettere a punto un nuovo paradigma di misura del controllo dell’equilibrio nei pazienti affetti da glaucoma, in base ad una verifica della reattività posturale a stimoli visivi dinamici prodotti attraverso un ambiente virtuale.
L’obiettivo primario è ridurre il numero delle cadute soprattutto degli adulti anziani, affetti da patologie oculari croniche, poiché esse possono diventare causa di ferite mortali.
I ricercatori hanno reclutato 42 pazienti con glaucoma ad angolo aperto e li hanno messi a confronto con 38 soggetti sani. A tutti i partecipanti sono stati fatti indossare degli occhiali stereoscopici in grado di simulare virtualmente stimoli visivi statici e dinamici, mentre le persone esaminate si trovavano in piedi su una “force platform.” La piattaforma registrava i momenti di torsione intorno al centro di pressione del piede quando gli occhiali simulavano azioni quali avanzare attraverso un tunnel oppure stare in piedi su un pavimento rotante. È stata testata anche la stabilità posturale in un ambiente del tutto buio per verificare i contributi somatosensoriali e vestibolari al controllo posturale.
La piattaforma registrava anche i dati relativi a fasi in cui i partecipanti non indossavano gli occhiali oppure non erano sottoposti a stimolazioni visive.
I ricercatori hanno scoperto che nel corso della percezione degli stimoli virtuali dinamici i movimenti per riacquistare l’equilibrio erano più accentuati di un 30-40% nei pazienti affetti da glaucoma rispetto ai soggetti sani: inoltre questi ultimi riacquistavano l’equilibrio più rapidamente.
Gli autori hanno ipotizzato che questo ritardo possa essere attribuito alla perdita di cellule ganglionari retiniche nel glaucoma, causa di un processo visivo rallentato e di un’alterata percezione del movimento.
Lo studio ha anche confermato che il grado di perdita dell’equilibrio era collegato ad una storia di cadute, ricostruita tramite un questionario somministrato ai pazienti.
Sembra, quindi, che si sia aperta una buona strada per aiutare questi pazienti a stare ben saldi sui loro piedi!
Per approfondimenti vedi l’articolo su Ophthalmology di giugno 2015 o il video pubblicato dai ricercatori.
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile