Una ampia review fa il punto sulle manifestazioni oculari dell'infezione da COVID-19
Gli aspetti oculari dell’infezione da COVID-19 sono stati oggetto di numerose pubblicazioni e studi clinici, sia italiani che internazionali. Può, dunque, essere molto utile per chi desiderasse approfondire questo argomento fare riferimento a quest’articolo che presenta una review approfondita sul tema
Ophthalmic Manifestations Of Coronavirus (COVID-19)
Hu K, Patel J, Swiston C, et al. Ophthalmic Manifestations Of Coronavirus (COVID-19) [Updated 2022 May 24]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK556093/
Per avere un’idea dei contenuti, vi proponiamo in traduzione, le “Pearls and other issues”:
- Una diffusione oculare del SARS-CoV-2 attraverso le lacrime è una possibilità di cui gli oculisti dovrebbero essere consapevoli.
- Congiuntivite e lacrimazione eccessiva possono costituire la prima e, in alcuni casi, la sola manifestazione in un paziente con infezione da COVID-19.
- Sono state riportate manifestazioni oculari severe di COVID-19, incluse patologie retinovascolari, uveiti, neuropatie ottiche, e co-infezioni orbitali fungine.
- SARS-CoV-2 può innescare ed esacerbare patologie infiammatorie/demilienizzanti.
- I pazienti possono presentare chemosi nei casi avanzati e congiuntivite follicolare.
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L’esame dell’apparato visivo dovrebbe essere effettuato indossando guanti e utilizzando “extension instruments” (tamponi cotonati, etc) per evitare il contatto diretto con le secrezioni.
- Poiché molti pazienti che si presentano in clinica oculistica sono anziani e molti presentano anche comorbidità, è importante stabilire delle priorità d’urgenza, prima di effettuare la visita, e visitare direttamente solamente i pazienti che necessitano di trattamento urgente. Molti dei casi non urgenti possono essere gestiti attraverso la telemedicina.
- In molti paesi si è applicata come misura di sicurezza anti-COVID-19 un distanziamento di 6 piedi, che chiaramente non può essere applicato in ambiente clinico e certamente non lo è entro gli spazi limitati di un laboratorio oculistico. Una modalità suggerita è di ammettere solo una persona per volta all’interno dell’ambulatorio.
- In base alla pratica clinica, è stato rilevato che i medici con maggiore rischio di essere infettati includono gli oculisti, gli otorinolaringoiatri e gli anestesisti, a causa della prossimità degli esaminatori alle mucose superficiali.
- Quando si effettua un intervento chirurgico in anestesia generale, è stato raccomandato ai chirurgi e agli staff operatori di non entrare in sala per 15 minuti prima dell’intubazione o estubazione. Questa misura cautelare standard viene applicata a tutti i casi di anestesia generale in molte strutture, sia che il paziente sia COVID-19 positivo o negativo.
Per tutti gli altri approfondimenti su eziologia, epidemiologia, fisiopatologia, diagnosi differenziale, trattamento e gestione, vi rimandiamo a questa review, completa di una ricca bibliografia e corredata di immagini cliniche esemplificative.
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