Cecità e ipovisione: quali gli orizzonti della prevenzione?

Dati e proiezioni per individuare le strategie migliori

I deficit visivi sono della massima importanza nel determinare la qualità di vita delle persone e i costi che gravano sui servizi sanitari. Il Global Burden of Disease Study (GBD) 2015 ha classificato, su scala mondiale, i deficit visivi ed uditivi come secondi solo ai dolori vertebrali come causa degli anni vissuti con disabilità (YLDs). Addirittura nella popolazione over-65 i deficit degli organi di senso si configurano come la causa più comune di YLDs.
I trend di cecità e ipovisione nei paesi ad alto reddito e in Europa centrale e orientale sono stati oggetto di una meta-analisi, pubblicata sul British Journal of Ophthalmology, dal Prof. Rupert Bourne dell’Anglia Ruskin University e da un nutrito numero di colleghi di tutto il mondo. Questi dati costituiscono un aggiornamento di una meta-analisi del 2010 e si basano su un totale di 46 studi clinici trasversali su popolazione, in cui l’acuità visiva è stata valutata attraverso test clinico e in cui “ciechi” vengono definite le persone con acuità visiva inferiore a 3/60 nell’occhio migliore, e “ipovedenti” le persone con un’acuità visiva non superiore a 6/18, ma di almeno 3/60.
Il totale stimato dei ciechi nel mondo nel 2015 è risultato di 36,2 milioni di persone, di cui 70.000 in Australasia, 980.000 in Nord America e 1,16 milioni in Europa occidentale.
La cataratta risulta ancora essere la causa più frequente di cecità, con una prevalenza del 35,73%, seguita da vizi refrattivi non corretti, glaucoma, DMLE, patologie corneali, tracoma e retinopatia diabetica. La graduatoria delle principali cause di cecità si è fondamentalmente mantenuta stabile sin dal 1990, ma i ricercatori segnalano che nei paesi ricchi la DMLE è ascesa alla seconda posizione (15,39%) e il glaucoma alla terza (13,5%), anche se queste patologie possono oggi essere gestite molto meglio grazie all’offerta terapeutica attualmente disponibile.
I vizi di refrazione non corretti costituiscono la causa prevalente di deficit visivo moderato o severo, seguiti dalla cataratta.
È interessante sottolineare la crescente importanza come causa di cecità della retinopatia diabetica, con una crescita in Europa dal 2,42% del 1990 al 3,3% nel 2015. Questo dato è da considerare strettamente correlato alla crescente prevalenza del diabete mellito e al progressivo invecchiamento della popolazione.
Tenendo conto della costanza dei trend individuati fino al 2015, possiamo estrapolare delle indicazioni di massima per gli interventi di politica sanitaria più opportuni e dato il peso dei vizi refrattivi non corretti in termini di ipovisione, un obiettivo primario dovrebbe essere l’eliminazione delle barriere che impediscono agli adulti di accedere ad una opportuna correzione. Inoltre proprio la diagnosi dei vizi di refrazione può essere l’occasione per individuare altre problematiche visive, prime tra tutte la cataratta, a cui è possibile porre opportuno rimedio. Screening mirati per glaucoma e DMLE possono avere grande importanza per adottare tempestivamente le terapie oggi disponibili per contrastare il deterioramento visivo irreversibile.
La retinopatia diabetica, dato il trend in crescita, dovrebbe essere al centro di una particolare attenzione soprattutto nei paesi ricchi, dove l’alimentazione e gli stili di vita sembrano favorire la crescente prevalenza del diabete di tipo 2.
Due parole infine sull’ importanza della correzione della presbiopia: con una popolazione sempre più longeva ed attiva diventa molto importante potenziare il ricorso alle forme più avanzate di correzione di questa condizione oculare fisiologicamente connessa all’invecchiamento.

References
–  
Bourne RR, Jonas JB, Flaxman SR, et al. Prevalence and causes of vision loss in high-income countries and in Eastern and Central Europe: 1990-2010. Br J Ophthalmol 2014;98:629–38. doi:10.1136/bjophthalmol-2013-304033
–  Bourne RR, Stevens GA, White RA, et al. Causes of vision loss worldwide, 1990-2010: a systematic analysis. Lancet Glob Health 2013;1:e339–e349. doi:10.1016/S2214-109X(13)70113-X
–  Global Vision Database. http://www.globalvisiondata.org

Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile

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