La vista è una delle funzioni sensoriali più importanti, più del 30% del cervello umano è infatti coinvolto nell’elaborazione delle informazioni visive. La perdita della vista, tra tutte le possibili disabilità, è tra le più forti paure della popolazione generale.
L’oftalmologia rappresenta d’altronde una delle branche della medicina che hanno raggiunto grandi traguardi nella cura dei pazienti e nel ripristino e mantenimento delle funzioni fisiologiche, anche se vi sono ambiti in cui le conoscenze patofisiologiche e l’indivduazione delle conseguenti opzioni terapeutiche risultano ancora insufficienti.
L’ European Vision Institute, ente in prima linea nella ricerca oculistica in Europa, ha individuato gli “unmet needs” (bisogni insoddisfatti) in oftalmologia che possono realisticamente essere soddisfatti, con la ricerca ed il progresso scientifico, nel periodo 2019-2025. Questi unmet needs dovrebbero fungere da guida per le scelte di responsabili politici, industria farmaceutica e mondo accademico al fine di ridurre al minimo la cecità prevenibile. Lo studio, pubblicato su Ophthalmic Research, ha definito i bisogni insoddisfatti nelle aree oftalmologiche principali: glaucoma, distrofie retiniche, retinopatia diabetica (RD), secchezza oculare, malattie della cornea e cataratta trattabile con la chirurgia refrattiva; e ha discusso i progetti di ricerca realisticamente realizzabili in queste aree.
Qui di seguito, alcuni degli unmet needs identificati per l’area glaucoma: trattamenti non-dipendenti dalla pressione intraoculare (in particolare neuroprotezione); endpoint surrogati che possano rappresentare la progressione del glaucoma e che possano essere usati come sostituti dei test del campo visivo al fine di ridurre la durata degli studi clinici e renderli più convenienti; nuovi endpoint negli studi clinici che possano rappresentare le prime fasi della malattia senza la necessità di attendere che si verifichino danni alla funzione visiva o ai percorsi strutturali; diagnosi precoce con alta specificità e sensibilità; dispositivi per la misurazione continua della pressione intraoculare (IOP) che diano al clinico una idea migliore sul range di IOP a cui è soggetto il nervo ottico e una più completa visione della risposta di un soggetto ad uno specifico trattamento; chirurgia mini-invasiva con efficacia a lungo termine.
Gli autori sono certi che nel prossimo futuro saranno fatti notevoli progressi nel campo oftalmico che si tradurranno in miglioramento rilevanti per la qualità di vita del paziente.
Fonte
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile