Che una buona visione sia fondamentale per chi pratica sport è ormai un’evidenza scientifica. Grazie agli input visivi captati dai nostri occhi ed elaborati dal sistema nervoso centrale è, infatti, possibile compiere azioni che richiedono equilibrio, coordinazione e concentrazione. Per un atleta agonista un’elevata prestazione sportiva è l’obiettivo primario da raggiungere e una buona vista è un elemento che non può essere in alcun modo trascurato a tal fine. Per questa ragione, tutti i soggetti che praticano sport, a livello agonistico o amatoriale, dovrebbero tener conto di alcuni parametri, che variano in base alla tipologia di attività svolta e all’intensità dello sforzo fisico: alcuni sport vengono svolti in ambienti esterni, altri in acqua o altri ancora ad elevata altitudine. In generale, i parametri che devono essere considerati variano a seconda della attività sportiva praticata, ma in genere includono:
-presenza di polveri, inquinanti o potenziali corpi estranei per l’occhio;
-luoghi con un tasso di umidità elevato o un’intensa illuminazione;
-radiazioni solari, nebbia e pioggia.
In questi casi, indossare delle lenti per la protezione degli occhi da eventuali lesioni o irritazioni aiuta il soggetto a preservare la visione. Alcune velocità , ad esempio, possono causare lacrimazione o irritazione; gli sport acquatici, in particolar modo, possono essere dannosi per gli occhi se non si adoperano i giusti accorgimenti.
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Un caso particolare: la funzionalità e la fisiologia dell’occhio cambia nei maratoneti?
Alcune ricerche hanno messo in evidenza che in determinati sport ed in particolare nei partecipanti alle ultra-maratone (definite tali quando il percorso della gara supera la lunghezza standard di 42,2 km della maratona) possa verificarsi una temporane e perdita della vista, che si risolve dopo la cessazione della prestazione sportiva e che è dovuta alla possibile comparsa di edema corneale. Uno studio condotto da un team di ricercatori americani e pubblicato sulla rivista Research in Sports Medicine che ha analizzato la pressione intraoculare (IOP, intraocular pression) e lo spessore corneale degli ultra-maratoneti, ha dimostrato che nei soggetti senza nessuna disabilità visiva prima della corsa, entrambi i parametri non subiscono variazioni.
Invece, i soggetti che presentavano un danno visivo, come coloro che avevano subito un intervento di chirurgia refrattiva (che di per sé implica un assottigliamento dello spessore corneale) sono risultati più sensibili ad una temporanea perdita della vista durante la performance sportiva. Infatti, tra questi ultimi soggetti, la IOP prima della prestazione sportiva era di circa 12,9 mmHg, un valore più basso rispetto a valori medi della popolazione americana. Tuttavia, bisogna sempre tenere presente che i soggetti sportivi allenati hanno valori di pressione sanguigna sistemica inferiori rispetto alla media, così come di IOP. Pertanto, nonostante questa ricerca sia stata condotta su un numero esiguo di soggetti, non è stata riportata nessuna correlazione tra valori di IOP elevati e uno sforzo fisico intenso, a conferma del fatto che praticare un’attività sportiva, soprattutto di tipo aerobico, contribuisce al benessere della vista.
Fonte
Eye function and physiology following a 161-km foot race. Tracy B Høeg et al. RESEARCH IN SPORTS MEDICINE, 2018.
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile