Abbiamo incontrato Barbara Abbruzzese, Corporate Fundraiser di Sightsavers Italia Onlus.
La vostra associazione ha una splendida mission: ”La nostra visione è quella di un mondo in cui nessuno sia cieco per cause evitabili e dove le persone con disabilità siano parte attiva della società”. Ci vuole raccontare come è nata Sightsavers e parlare della sua attività nel mondo?
Sightsavers è stata fondata nel 1950 da Sir John Wilson: cieco dall’età di 12 anni, nel corso di un viaggio in Africa si rese conto che in quel continente c’era un numero altissimo di persone cieche e che queste persone vivevano in condizioni terribili, perché considerate incapaci di fare alcunché. Decise quindi di dar vita a un’organizzazione che aiutasse i paesi più poveri del mondo su due fronti. Da un lato la prevenzione e la cura delle malattie degli occhi: tuttora, infatti, il 75% delle persone cieche non sarebbe tale se avesse avuto accesso alle cure e alle operazioni esistenti. Dall’altro l’inclusione delle persone cieche o ipovedenti attraverso l’istruzione inclusiva per i bambini, i corsi di mobilità e orientamento, la formazione professionale per gli adulti e molte altre attività: ciò che Sir John Wilson voleva era eliminare la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità visive e permettere loro di avere una vita autonoma e soddisfacente, godendo di pari diritti.
Quasi 70 anni dopo, grazie all’iniziativa di Sir John, sono state eseguite oltre 10,2 milioni di operazioni agli occhi, visitate più di 183 milioni di persone, distribuite più di 1,14 miliardi di medicine contro le malattie tropicali neglette. In altre parole, il futuro di milioni di persone è stato completamente trasformato e tutto grazie all’iniziativa di un uomo e di sua moglie, che credevano così tanto in questo progetto da ipotecare la propria casa per avviarlo e dedicare ad esso tutta la loro vita.
Ci potrebbe raccontare come viene affrontato e gestito il problema della cataratta, prima causa di cecità nel mondo, nei contesti in cui Sightsavers è presente?
Il primo ostacolo da affrontare nella lotta a questa malattia è la diffusa ignoranza sull’intervento che consente di tornare a vedere: molte persone non sanno neppure che l’operazione esiste o ne hanno paura a causa di credenze e superstizioni popolari. Bisogna quindi raggiungere anche le comunità più remote, sensibilizzarle diffondendo tutte le informazioni necessarie, svolgere visite, aiutare chi ha difficoltà a raggiungere le strutture sanitarie, formare i chirurghi, attrezzare le sale operatorie, finanziare l’intervento per quelle persone – e sono la maggior parte – che non possono permetterselo ed eseguire le visite di controllo. In altre parole, il nostro è un intervento a 360 gradi.
Potrebbe darci qualche cifra relativa al numero di persone che, in assenza di intervento, avrebbero rischiato di diventare cieche proprio a causa della cataratta non operata?
Solo nel 2018 abbiamo eseguito oltre 355.000 operazioni di cataratta, quasi 40.000 più dell’anno
precedente: questo aiuta ad avere un’idea delle dimensioni dell’emergenza. Non solo nei paesi in via di sviluppo c’è un grande numero di interventi in arretrato che non è facile smaltire, ma la cataratta è anche destinata a crescere nel tempo a causa dell’invecchiamento e dell’incremento della popolazione mondiale. Inoltre nei paesi più poveri colpisce anche i bambini, a volte fin dalla nascita, impedendo lo sviluppo del sistema neurologico visivo, il che significa che se non si interviene tempestivamente la vista può essere compromessa per sempre.
Quali sono i progetti attualmente in corso che hanno maggiore impatto sui bambini?
I nostri progetti si rivolgono in genere trasversalmente a persone di tutte le età, ma ce ne sono alcuni dedicati in modo specifico ai bambini. Mi riferisco ad esempio al nostro lavoro per garantire un’istruzione di qualità a tutti i bambini con disabilità, in modo che possano costruire il proprio futuro insieme ai loro coetanei. Un altro progetto che mi sta particolarmente a cuore e che ho avuto l’opportunità di visitare personalmente permette di far sì, in alcuni distretti dell’India, che tutti gli alunni delle scuole, dai 5 ai 17 anni, siano visitati e ricevano gli occhiali nel caso di errori di rifrazione; se invece hanno qualsiasi altro problema di vista vengono indirizzati alle strutture dove potranno ricevere le cure ulteriori di cui hanno bisogno. Si tratta in pratica di cambiare il futuro di un’intera generazione e, grazie alla sensibilizzazione delle comunità, anche delle generazioni successive.
Perché la lotta contro il tracoma rappresenta per Sightsavers un obiettivo così importante e come si inquadra il vostro impegno nell’ambito della campagna promossa dal WHO?
Il tracoma è una malattia devastante, che da millenni distrugge la vita delle persone che ne vengono colpite. È un’infezione batterica che si trasmette da persona a persona e attraverso le mosche. Le ripetute infezioni lasciano delle cicatrici all’interno delle palpebre facendole contrarre e rivoltare; le ciglia cominciano così a crescere verso l’interno e graffiano gli occhi ad ogni battito danneggiando la cornea. A quel punto, se non si interviene, si arriva alla cecità in un’agonia lenta e molto dolorosa. Circa due milioni di persone nel mondo sono cieche o ipovedenti a causa del tracoma e 157 milioni sono ancora a rischio. Ma la cosa straordinaria è che questa terribile infezione oggi può essere sconfitta grazie a una strategia approvata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla mappatura della malattia che abbiamo condotto pochi anni fa e alla collaborazione con i governi locali e con altre organizzazioni impegnate in questa grande sfida. Eliminare il tracoma significa non solo trasformare la vita di chi ne è colpito, ma avere un impatto incalcolabile sul futuro dell’umanità, che potrà finalmente liberarsi di un flagello devastante. Un risultato storico reso possibile solo grazie a sostenitori come SIFI, che credono in questa iniziativa e hanno scelto di supportarla con grande generosità.
Che tipo di relazione instaura Sightsavers con i governi dei paesi in cui si trova ad operare?
Sightsavers collabora con i governi dei paesi in cui lavora e, attraverso il proprio team di policy e advocacy, svolge nei loro confronti attività volte ad influenzarne le iniziative nei settori della salute e dell’inclusione delle persone con disabilità. Il nostro obiettivo infatti è che ciascuno di questi paesi diventi gradualmente autonomo nella gestione di sistemi sanitari oculistici efficienti e che le persone con disabilità possano realmente godere di pari diritti.
Quali sono le risorse con cui finanziate e supportate la vostra attività e i vostri progetti?
Il sostegno finanziario al nostro lavoro proviene da fonti molto diverse tra loro: ci supportano altre organizzazioni benefiche, governi, singoli individui attraverso donazioni o lasciti, fondazioni, aziende. Da parte nostra, ci impegniamo a impiegare in modo efficiente le donazioni ricevute e questo ci ha permesso, per il terzo anno consecutivo, di essere inclusi tra le 8 “Top Charities” del mondo selezionate da GiveWell: una garanzia importante per chi sceglie di sostenere il nostro lavoro.
Chiudiamo con un vostro messaggio diretto ai nostri lettori:
“Il 75% della cecità è evitabile: incredibile, vero?
A volte basta un antibiotico che costa pochi centesimi per salvare un bambino dalla cecità.
Nei paesi in cui lavoriamo, perdere la vista può fare la differenza tra vivere e non sopravvivere e significa comunque avere davanti a sé una vita di povertà ed emarginazione.
La povertà, infatti, è causa ed effetto della cecità: si diventa ciechi perché si è troppo poveri per curarsi e, una volta ciechi, non si è in grado di produrre un reddito, e così si entra in una spirale da cui è praticamente impossibile uscire.
L’impatto per le persone a cui la vista viene salvata o restituita è incalcolabile, così come lo è per le loro famiglie. Per questo ogni singolo aiuto può davvero fare la differenza e trasformare completamente la vita di qualcuno dall’altra parte del mondo, riportando la luce e la speranza nel suo futuro.
E per questo siamo così grati a SIFI e a chi, ogni giorno, decide di essere al nostro fianco.”
Per sostenere l’attività di Sightsavers potete effettuare una donazione con bonifico bancario intestato a Sightsavers Italia Onlus, Banca Intesa S.p.A., IBAN IT10H0306909606100000001732, BIC/SWIFT BCITITMM oppure online sul sito www.sightsavers.it
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Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile