La sifilide oculare è una malattia infiammatoria dell’occhio che si sviluppa in seguito all’infezione da Treponema pallidum. Questo microrganismo è l’agente eziologico della sifilide, malattia infettiva a trasmissione sessuale che si evolve attraverso quattro fasi. Il primo stadio è caratterizzato da lesioni veneree (ulcere) che possono non essere dolorose, ma sono molto infettive; nel secondo stadio si presentano una serie di sintomi generici (mal di testa, affaticamento, febbre, ecc.) che portano spesso ad errori diagnostici; il terzo stadio, detto latente, non mostra sintomi ma il microrganismo è rilevabile nei fluidi corporei; il quarto stadio, infine, noto anche come stadio terziario, può presentarsi anche decenni dopo l’infezione e può coinvolgere il sistema nervoso centrale o il sistema cardiovascolare con conseguenze molto gravi.
La sifilide oculare è relativamente rara, ma può svilupparsi in qualsiasi stadio della sifilide e coinvolgere tutte le strutture dell’occhio, portando a cheratite interstiziale, corioretinite, retinite, vasculite retinica e neuropatie dei nervi cranici e del nervo ottico. I pazienti affetti da sifilide oculare sono, inoltre, a rischio di neurosifilide.
Le linee guida fornite di recente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano un aumento, a livello globale, dell’incidenza di sifilide. Il riemergere della malattia è stato attribuito a diversi fattori tra cui: l’aumento delle pratiche sessuali ad alto rischio e dei viaggi globali, gli effetti che i farmaci anti-HIV possono avere sul sistema immunitario (è comune infatti la co-infezione HIV/ T. pallidum), ed ai cambiamenti nella sensibilità antibiotica di T. pallidum.
La maggiore diffusione della sifilide ha portato, inevitabilmente, all’aumento della forma oculare che, imitando i sintomi di vari disturbi oculari, spesso non viene tempestivamente diagnosticata e trattata, portando così a gravi conseguenze tra cui la cecità.
Un gruppo di ricercatori, dell’Università di San Paolo in Brasile e della Flinders University in Australia, ha analizzato 127 pazienti affetti da sifilide oculare ed ha rilevato, in 87 di questi, infiammazione oculare o uveite in entrambi gli occhi; la metà dei pazienti ne era così gravemente colpita da non riuscire a guidare. Questo studio, pubblicato recentemente, ha evidenziato inoltre una serie di complicazioni derivanti dalla sifilide oculare tra cui le più comuni sono la perdita della vista, la cataratta e l’ipertensione oculare (aumento della pressione dell’occhio che può portare a glaucoma o perdita della vista). Il paziente sottoposto a trattamento può avere miglioramenti alla vista, ma il danno può diventare permanente se la terapia non è iniziata in maniera tempestiva.
Le linee guida indicano come terapia dell’infezione l’uso di penicillina; dosaggio e durata del trattamento dipendono dallo stadio della malattia e dalle sue manifestazioni cliniche.
Diversi studi e report hanno evidenziato un aumento della sifilide oculare anche in Europa, soprattutto nelle aree urbane e negli individui a rischio per co-infezione con HIV. In seguito al recente risveglio epidemiologico di T. pallidum, sarebbe dunque importante considerare, nella fase di diagnosi di infiammazioni oculari, la possibilità di sifilide oculare per la quale un trattamento tempestivo risulta di fondamentale importanza per un esito ottimale.
Fonti
-Clinical Manifestations and Outcomes of Syphilis-associated Uveitis in Northern Spain. Fonollosa A et al. Ocul Immunol Inflamm. 2016.
-Clinical Manifestations and Ophthalmic Outcomes of Ocular Syphilis at a Time of Re-Emergence of the Systemic Infection. João M. Furtadoet al. Scientific Report, 2018.
-http://www.epicentro.iss.it/problemi/sifilide/sifilide.asp
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile