Gli ultimi dati dell’OMS
Lo scorso 17 novembre è stato dichiarato in tutto il mondo “Giornata mondiale del prematuro” con lo scopo specifico di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale e i governi sui problemi connessi alla prematurità e alle iniziative che sarebbe possibile adottare per prevenirla.
Si considerano prematuri i bambini che nascono prima del compimento della 37ma settimana di gravidanza. Dai dati aggiornati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ogni anno nel mondo nascono pretermine circa 15 milioni di bambini, 1 su 10, e si stima che solo in Italia siano 40mila ogni anno.
Circa 1 milione tra questi bambini muore a causa delle complicanze dovute alla prematurità, mentre molti di quelli che riescono a sopravvivere sono destinati a sviluppare gravi deficit, tra cui la ROP, la Retinopatia del Prematuro, una grave malattia ischemico-vasoproliferativa che colpisce la retina dei nati pretermine.
Dagli ultimi dati OMS i più alti tassi di prematurità si registrano attualmente in India, Cina, Nigeria, Pakistan e Indonesia. Nei paesi sviluppati quasi tutti i nati pretermine riescono a sopravvivere e negli ultimi 10-15 anni anche i casi di ROP sono in diminuzione in paesi a medio reddito quali l’America Latina, l’Europa orientale e i Paesi emergenti del Sud-Est asiatico (tra cui il Vietnam), mentre permangono alti in Cina e India.
Tra i fattori che hanno favorito la riduzione dei casi di ROP nei paesi sviluppati bisogna menzionare le misure volte ad un accurato monitoraggio dell’impiego di ossigeno nelle incubatrici. Infatti, se da un lato nel caso di nati prematuri l’ipossia è una condizione da evitare, la prolungata iperossia (ossia un eccesso di ossigeno) può provocare uno stress ossidativo ed un danno rilevante ai tessuti in via di sviluppo. Ripetuti episodi di alternanza tra iperossia e ipossia possono determinare significative alterazioni del tono vascolare inducendo la produzione di fattori angiogenetici in quantità abnorme.
Ma cosa si può fare per prevenire la nascita pretermine e le sue complicanze?
Nei paesi in via di sviluppo si può fare davvero tanto, poiché si stima che circa i tre quarti dei neonati prematuri potrebbero essere salvati attraverso trattamenti “cost-effective”, quali un’adeguata gestione del parto e del primo periodo postnatale.
Tuttavia, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, la prevenzione della mortalità e delle complicanze del prematuro dovrebbero cominciare con il garantire condizioni di salute ottimali in gravidanza.
L’OMS ha elaborato delle linee guida per il periodo di gestazione, che includono alcune regole fondamentali:
– Adottare una dieta sana che garantisca un apporto nutrizionale ottimale ed equilibrato. L’alimentazione della madre influisce, infatti, sulle condizioni di salute e sullo sviluppo del feto.
– Evitare assolutamente il fumo di sigaretta e l’utilizzo di sostanze chimiche.
– Utilizzare la diagnostica per immagini per monitorare la regolare crescita del feto, determinare l’età gestazionale e individuare precocemente le gravidanze multiple.
Un’ultima nota concerne l’età della futura madre: sarebbe opportuno evitare le gravidanze al di sotto dei 18 anni e al disopra dei 40. Infatti nei paesi in cui i tassi di nascite premature sono in aumento, si registrano tra le possibili cause: 1) l’accresciuta età delle madri e i connessi problemi di salute, quali diabete e ipertensione; 2) un maggior impiego dei trattamenti contro l’infertilità, che sono accompagnati da un incremento nelle percentuali di gravidanze multiple; 3) i cambiamenti nelle pratiche ostetriche, quali un maggior ricorso al parto cesareo prima del compimento del termine fisiologico della gravidanza.
Fonti OMS http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs363/en/
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile