L’imaging a campo ultragrandangolare è un’innovazione tecnologica che ha consentito di ottenere immagini della retina ad altissima risoluzione, permettendo di visualizzare circa l’82% dell’area retinica totale, rispetto al solo 30% raggiungibile utilizzando le tecniche di imaging tradizionali.
La possibilità di ottenere un campo visivo più ampio, che è utile per la diagnosi e il follow up di molte malattie vascolari retiniche, è particolarmente importante nella retinopatia diabetica, in cui è stato dimostrato che gli occhi con lesioni prevalentemente periferiche hanno tassi di progressione significativamente maggiori.
L’imaging a campo ultragrandangolare ha permesso di aumentare il tasso di identificazione della retinopatia diabetica, consentendo interventi terapeutici più tempestivi. Inoltre, l’uso della fluorangiografia a campo ultragrandangolare consente la visualizzazione di un numero significativamente maggiore di lesioni retiniche diabetiche e una quantificazione più accurata della non perfusione retinica totale, con potenziali implicazioni nella gestione della retinopatia diabetica e dell’edema maculare diabetico.
Applicazioni dell’imaging a campo ultragrandangolare nella retinopatia diabetica
L’importanza delle lesioni periferiche nella retinopatia diabetica è oggetto di interesse clinico da molti anni. Tuttavia, i limiti tecnologici del passato non permettevano una valutazione sufficiente delle porzioni più periferiche della retina, in quanto molto dispendiosa in termini di tempo e quindi anche poco praticabile per lo screening di routine. Con il miglioramento introdotto dall’imaging a campo ultragrandangolare, invece, è ora possibile valutare meglio i dettagli della retina periferica.
L’imaging a campo ultragrandangolare, tra le sue molteplici applicazioni, permette proprio di effettuare lo screening della retinopatia diabetica. Infatti, questa tecnica si è rivelata molto utile nei programmi di teleoftalmologia, poiché permette di migliorare il tasso di rilevamento della patologia e assicura una maggiore efficienza.
In un recente studio è stato dimostrato che l’imaging a campo ultragrandangolare ha consentito l’identificazione delle lesioni periferiche – indice di retinopatia diabetica più grave – nel 7% degli occhi. Questo studio, e altri che mostrano risultati simili, suggeriscono che l’imaging a campo ultragrandangolare possa essere un’opzione sostenibile per programmi di screening della retinopatia diabetica su larga scala.
L’imaging a campo ultragrandangolare ha trovato un’importante applicazione anche nella fluorangiografia. Studi recenti hanno dimostrato che questa tecnica ha permesso di identificare fino a quasi 4 volte più aree di non perfusione nella retina, il doppio delle zone di neoangiogenesi e il 10% in più delle lesioni non evidenti con la fluorangiografia standard.
Applicazioni future
Con il rapido aumento della prevalenza del Diabete Mellito in tutto il mondo è di fondamentale importanza avere a disposizione tecniche innovative per la valutazione della retinopatia diabetica.
L’uso dell’intelligenza artificiale (AI) consente l’acquisizione di informazioni, utili ed approfondite, da grandi volumi di dati, con un minore coinvolgimento umano. L’applicazione dell’AI e dei principi di deep learning nei programmi di screening della retinopatia diabetica è già realtà.
Tuttavia, al momento, la maggior parte degli studi sul deep learning non ha previsto l’uso di immagini a campo ultragrandangolare, che presumibilmente contengono maggiori informazioni rispetto ai loro corrispettivi tradizionali. L’accostamento di questa tecnica di imaging innovativa all’AI rappresenta una prospettiva promettente, visti i dati ottenuti nell’identificazione delle lesioni periferiche, della non perfusione periferica e dei loro effetti sulla gravità e progressione della retinopatia diabetica.
In conclusione, un numero sempre crescente di prove supporta l’utilità e l’affidabilità dell’imaging a campo ultragrandangolare nello screening e nel rilevamento della retinopatia diabetica. Questa tecnica permette una visualizzazione più ampia del fondo dell’occhio e una rappresentazione più accurata della gravità complessiva della retinopatia diabetica. La sua integrazione in programmi più ampi di screening e nella teleoftalmologia, combinata con l’intelligenza artificiale, rappresenta un’entusiasmante opportunità per la prevenzione delle complicanze oculari nella popolazione diabetica.
Bibliografia:
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile