La retinopatia diabetica (RD) è la complicanza oculare più frequente tra i pazienti diabetici nonché la prima causa di cecità a livello globale nei Paesi in via di sviluppo. Clinicamente la RD può presentarsi sia in forma non proliferante (fase inziale) sia proliferante (fase avanzata). Quest’ultima forma clinica, che è la più severa, può inoltre comportare gravi complicazioni come l’emorragia del vitreo, il distacco retinico e non per ultimo l’edema maculare diabetico (EMD) la più grave di queste complicanze. Dati epidemiologici indicano che tra la popolazione diabetica mondiale il 34,6% è affetto da RD, il 6,96% da RD in forma proliferante e il 6,81% da EMD.
I fattori di rischio alla base dell’insorgenza di queste patologie oculari sono molteplici e non includono solo la patologia diabetica, ma anche una suscettibilità genetica. Per questa ragione prevedere il rischio di insorgenza della RD e di conseguenza dell’EMD, non è facile così come la loro gestione. Tuttavia, negli ultimi anni la medicina ha fatto numerosi passi in avanti in tal senso. Infatti, l’introduzione nel mercato farmaceutico di nuovi farmaci intravitreali (corticosteroidei e anti-VEGF, vascular endothelial growth factor) ha rivoluzionato la gestione del paziente diabetico affetto da RD o EMD, che è ormai orientata sempre più verso l’adozione di una terapia personalizzata.
Come è cambiata la terapia della retinopatia diabetica: dalla fotocoagulazione laser ai farmaci corticosteroidei
La fotocoagulazione laser per anni è stata considerata la terapia per eccellenza (gold standard) per il trattamento della RD e dell’EMD. Il primo studio a dimostrarne l’efficacia terapeutica in soggetti affetti da EMD è stato quello ETDRS (Early Treatment Diabetic Retinopathy Study) in cui i soggetti affetti da EMD mostravano una riduzione del 50% del rischio di perdita visiva. Lo stesso successo in termini di efficacia, tuttavia, non è stato riscontrato in termini di sicurezza. Le complicanze associate ad una terapia laser, infatti, non sono poche e vanno dalla comparsa di aree retiniche cicatrizzate all’alterazione della visione notturna. Per questa ragione, l’identificazione di nuove strategie terapeutiche efficaci e sicure, ha portato da pochi anni allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di rispondere a questa esigenza e di coprire una più ampia popolazione di riferimento. I farmaci anti-VEGF, infatti, si sono mostrati più efficaci rispetto al trattamento laser e abbastanza sicuri. Inoltre, sono stati introdotti nel mercato anche i farmaci corticosteroidei ad uso intravitreale, tra cui il desametasone e il fluocinolone acetonide (https://www.oculistaitaliano.it/articoli/edema-maculare-diabetico/). Quest’ultimo viene somministrato con un impianto, in grado di assicurare un rilascio continuo e prolungato del farmaco per un periodo di copertura di 36 mesi, evitando così che il paziente debba sottoporsi a continui cicli terapici con reiterate iniezioni intravitreali frequenti.
Da cosa dipende la scelta del trattamento della retinopatia diabetica?
Prima della scelta della strategia terapeutica da adottare occorre che lo Specialista valuti attentamente il quadro clinico del paziente e faccia una disamina quanto più accurata possibile dei fattori di rischio alla base dell’insorgenza della patologia. Il trattamento da attuare dipende poi da numerosi fattori come: l’acuità visiva di base, la risposta ai trattamenti precedenti nonché lo stadio della RD e dell’EMD.
Fonte
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile