Introduzione
Il calazio è un disturbo oculare che può colpire chiunque, senza differenze di sesso o età, e spesso viene confuso con l’orzaiolo a causa della somiglianza dei sintomi tra queste due tipologie di problema oculare. Capire le differenze tra queste due condizioni è, tuttavia, fondamentale per adottare il trattamento corretto.
Il calazio si sviluppa quando una delle ghiandole di Meibomio, situate lungo il bordo delle palpebre, si ostruisce, portando a un rigonfiamento indolore.
Questo problema può essere fastidioso e, se non trattato, può portare a complicanze più serie. In questo articolo, esploreremo le cause principali del calazio e i rimedi più efficaci per affrontarlo, offrendo consigli pratici e facilmente applicabili nella vita quotidiana.
Eziologia
Il calazio è una condizione oculare comune, ma spesso non del tutto conosciuta. In questa sezione approfondiremo cosa sia un calazio e come differisca dall’orzaiolo, un’altra condizione che può interessare le palpebre.
Cos’è un Calazio?
Un calazio è un rigonfiamento che si sviluppa sulla palpebra a causa dell’ostruzione di una ghiandola di Meibomio. Si tratta di ghiandole particolari, che producono una sostanza lipidica che aiuta a mantenere l’occhio lubrificato. Quando una di queste ghiandole si ostruisce, si forma un calazio.
Le ghiandole di Meibomio
Le ghiandole di Meibomio sono situate nella parte tarsale della palpebra superiore ed inferiore. Hanno la funzione di secernere lo strato lipidico, che rappresenta lo strato più esterno del film lacrimale e svolge numerose importanti funzioni:
– difesa dell’epitelio corneale.
– controllo dell’evaporazione dello strato acquoso della lacrima
– mantenimento del corretto livello di idratazione della cornea.
Le ghiandole di Meibomio sono oltre 50 e sono posizionate in verticale, l’una accanto all’altra nelle due palpebre.
Le ghiandole di Meibomio riversano il loro secreto lungo la rima palpebrale attraverso dei forellini denominati dotti escretori.
Calazio: sintomi e frequenza
Generalmente, i calazi sono indolori e possono essere confusi con altre condizioni oculari. Si sviluppano lentamente e possono diventare abbastanza grandi, tanto da costituire un fastidio visivo.
Fortunatamente, i calazi non sono pericolosi e spesso si risolvono da soli.
Chiunque può sviluppare un calazio, ma alcune persone sono più predisposte di altre. Ad esempio, gli individui che soffrono di blefarite o rosacea tendono a sviluppare calazi più frequentemente.
Differenze con l’Orzaiolo
Sebbene il calazio e l’orzaiolo possano sembrare simili, ci sono differenze chiave tra queste due patologie.
L’orzaiolo è un’infezione di una ghiandola della palpebra, mentre il calazio è una formazione non infettiva, almeno in fase iniziale.
Diagnosi differenziale
Calazio | Orzaiolo | |
---|---|---|
Causa | Ostruzione | Infezione |
Dolore | Generalmente indolore | Doloroso |
Localizzazione | Interno della palpebra | Margine della palpebra |
Gli orzaioli tendono a essere più dolorosi e compaiono più rapidamente rispetto ai calazi.
Inoltre, gli orzaioli sono spesso associati ad arrossamento e gonfiore localizzato.
Cause Principali
Esistono diversi fattori che possono contribuire allo sviluppo di un calazio. In questa sezione, esamineremo i fattori di rischio comuni e le condizioni cliniche associate.
Ipercolesterolemia
Bisogna, innanzitutto, sottolineare che i calazio sono più frequenti in chi ha disturbi metabolici, come il colesterolo alto.
Un’alimentazione troppo ricca di grassi e colesterolo può favorire la formazione del calazio.
Fattori di rischio
Altri fattori che possono favorire la formazione del calazio sono:
- Difetti refrattivi non corretti (miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia)
- Patologie del tratto intestinale, come la colite spastica
- Squilibri ormonali
- Disfunzioni tiroidee
- Acne rosacea
- Dermatite seborroica
Comportamenti non corretti
Ci sono alcuni comportamenti non corretti che possono aumentare le probabilità di sviluppare un calazio.
Ecco alcuni dei più comuni:
- Igiene inadeguata delle palpebre: non pulire regolarmente le palpebre può favorire l’accumulo di sostanze oleose e detriti.
- Utilizzo scorretto dei cosmetici: lasciare il trucco (eyeliner, ombretto e/o mascara) sugli occhi durante la notte può aumentare il rischio di bloccare le ghiandole di Meibomio.
- Predisposizione genetica: alcune persone hanno una tendenza maggiore a sviluppare calazi a causa di fattori genetici e metabolici.
Condizioni come la blefarite, che causa infiammazione delle palpebre, possono anche aumentare il rischio di calazi.
Una buona igiene perioculare rappresenta, comunque, la prima e fondamentale regola per la prevenzione dei calazi.
Condizioni cliniche associate
Alcune condizioni cliniche sono strettamente legate allo sviluppo dei calazi. Tra queste vi sono alcune condizioni infettive e infiammatorie, tra cui le più comuni vi sono la blefarite e l’acne rosacea.
La blefarite è un’infiammazione cronica delle palpebre che può portare a blocchi delle ghiandole di Meibomio. L’acne rosacea, una patologia che colpisce la pelle, può anche influenzare le palpebre, rendendo le ghiandole più suscettibili ai blocchi.
Alcuni pazienti con queste condizioni possono sviluppare calazi più frequentemente. È, chiaramente, importante trattare le condizioni patologiche correlate per ridurre il rischio di calazi ricorrenti.
Sintomi e Diagnosi
I sintomi del calazio possono variare e la diagnosi richiede spesso un esame oculistico accurato. In questa parte, discuteremo i segnali tipici e i metodi diagnostici più efficaci.
Riconoscere i sintomi
Riconoscere i sintomi di un calazio è il primo passo per trattarlo efficacemente.
I seguenti sono i sintomi più comuni:
- Gonfiore sulla palpebra
- Sensazione di pesantezza
- Lieve arrossamento in alcuni casi
Anche se i calazi sono generalmente indolori, un grande calazio può esercitare pressione sull’occhio, causando disagio. È importante non confondere un calazio con altre condizioni, come l’orzaiolo o la congiuntivite.
Metodi Diagnostici
La diagnosi di un calazio viene solitamente effettuata nel corso di una visita oculistica, attraverso un esame accurato delle rime palpebrali. Durante l’esame, il medico controllerà:
- Aspetto e dimensione del rigonfiamento palpebrale.
Consigli di trattamento
Per un trattamento non farmacologico, facile da effettuare e che può favorire la più rapida risoluzione di un calazio, si può ricorrere all’applicazione sulla palpebra di un impacco tiepido, preparato seguendo queste indicazioni:
- immergere un fazzoletto pulito o una garza sterile in una bacinella con acqua tiepida
- applicare il fazzoletto o la garza sulla palpebra per un tempo compreso tra 5 e 10 minuti.
- ripetere l’impacco 3-4 volte al giorno.
Non bisogna mai cercare di spremere o far esplodere un calazio, perché si rischia di provocare un’infezione ed aggravare il danno ai tessuti circostanti.
Terapia medica
Nel caso di calazi che non guariscono spontaneamente il medico oculista può prescrivere una terapia antibiotica e, in rari casi, procedere alla rimozione chirurgica.
Rimozione chirurgica del calazio
La rimozione chirurgica del calazio è un intervento ambulatoriale che consiste nell’incisione e nel raschiamento della cisti infiammata. Si esegue in anestesia locale e dura circa 15-20 minuti.
L’anestesia consiste in una iniezione palpebrale di anestetico nella regione interessata, nell’incisione del tessuto palpebrale e nell’asportazione e pulizia della ghiandola infiammata; quasi sempre è necessario apporre punti di sutura. In seguito, l’occhio verrà bendato per qualche ora.
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