Il morbo di Alzheimer, una delle principali cause di demenza, è una malattia neurodegenerativa che porta in maniera progressiva al declino delle funzioni cerebrali e cognitive, nonché ad una riduzione della qualità della vita del malato e, di conseguenza, dei suoi familiari. La diagnosi di Alzheimer risulta ancora complessa, in quanto ad oggi non esiste un esame che porti ad una diagnosi certa, se non in seguito ad esame autoptico, eseguibile cioè solo in seguito alla morte del soggetto. Inoltre, i numerosi test richiesti al paziente in vita per una certezza diagnostica sono costosi, invasivi e richiedono tempi di valutazione clinica molto lunghi.
Secondo un recentissimo studio, una nuova speranza sembra giungere da un esame che analizza i vasi sanguigni oculari. Infatti, è stato osservato che nei pazienti affetti da Alzheimer vi è un cambiamento a livello microvascolare della retina che consiste in una notevole riduzione del numero di vasi capillari e della densità di perfusione, oltre a una diminuzione dello spessore delle cellule gangliari, una tipologia di cellule nervose retiniche. Gli Autori, hanno ipotizzato, dunque, che i cambiamenti a livello oculare possano riflettere le modifiche che avvengono nel sistema nervoso cerebrale in seguito all’insorgenza dell’Alzheimer.
Tali cambiamenti microvascolari sono rilevabili attraverso una moderna tecnica, l’angiografia basata sulla tomografia a coerenza ottica (angio-OCT o OCTA), che consente in maniera rapida e non invasiva di visualizzare la vascolarizzazione e il nervo ottico con una dettagliata ricostruzione tridimensionale. L’OCTA, infatti, sfrutta il segnale provocato dal movimento dei globuli rossi nei capillari retinici, rilevato grazie ad onde luminose non visibili, per acquisire immagini ad alta risoluzione dei diversi strati dell’occhio. Inoltre, l’OCTA non prevede gli effetti collaterali correlati all’iniezione di coloranti o mezzi di contrasto.
Questa tecnica è anche specifica poiché è in grado di rilevare le differenze microvascolari tra la demenza provocata dalla malattia di Alzheimer e il decadimento cognitivo lieve, un primo stadio cioè di demenza considerato fattore di rischio per la progressione a morbo di Alzheimer.
L’OCTA, quindi, potrebbe costituire un utile strumento di screening, non invasivo e con costi contenuti, per la diagnosi della malattia in una fase precoce in cui la sintomatologia ancora non risulta evidente.
Fonti
-Retinal microvascular and neurodegenerative changes in Alzheimer’s Disease and Mild Cognitive Impairment compared with control participants. Yoon S. P. et al. 2019; Ophthalmol Retina, in press. https://doi.org/10.1016/j.oret.2019.02.002
-Current understanding of Alzheimer’s disease diagnosis and treatment. Weller J., Budson A. 2018; F1000Research 7:1161. https://doi.org/10.12688/f1000research.14506.1
-Optical coherence tomography angiography: A comprehensive review of current methods and clinical applications. Kashani A. H. et al. 2017; Prog Retin Eye Res60:66-100
Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile