Micromovimenti oculari e acuità visiva

L’acuità visiva, cioè la capacità di discernere lettere, numeri e oggetti a distanza, è essenziale per tutte le attività quotidiane. Ad oggi, gli studiosi hanno ipotizzato che l’acuità visiva sia determinata principalmente dal sistema ottico dell’occhio e dalle condizioni di salute della retina.

I ricercatori dell’Università di Rochester (New York, USA) hanno recentemente pubblicato uno studio, su Nature Communications, in cui hanno analizzato l’influenza dei microscopici movimenti oculari sull’acuità visiva, valutata tramite la tabella di Snellen.

Gli occhi umani si muovono costantemente, anche quando lo sguardo è apparentemente fisso, modificando il campo visivo percepito e cambiando continuamente l’input di stimoli visivi che arrivano alla retina.

Questi impercettibili movimenti oculari, ritenuti in passato irrilevanti proprio perché di lieve entità, sono grandi a livello microscopico, se paragonati alle dimensioni delle cellule della retina e spostano l’immagine attraverso molti recettori. Al fine di determinare se questi microscopici movimenti degli occhi influenzino o meno la funzionalità visiva, lo studio ha indagato la loro influenza sulle prestazioni visive individuali valutate mediante la tabella di Snellen.

La tavola di Snellen è composta da 11 righe di caratteri in maiuscolo; in ogni riga si visualizzano un numero crescente di lettere in dimensioni sempre decrescenti. Durante l’esame della vista viene chiesto al paziente di leggere le lettere nelle righe: se l’acuità visiva è normale (visione 20/20 – che corrisponde ai 10/10 della scala italiana) il paziente riuscirà a leggere fino all’ottava riga da una distanza di 20 piedi.

Gli studiosi hanno scoperto che i microscopici movimenti oculari contribuiscono in modo determinante alla visione 20/20. Nonostante, infatti, gli essere umani non siano consapevoli di effettuarli, questi movimenti sono controllati con precisione e possono consentire alle persone di leggere almeno due righe in più sulla tabella di Snellen rispetto a quando i micromovimenti oculari sono assenti o compromessi.

L’acuità visiva, misurata in assenza di micromovimenti oculari, mostrava infatti una drastica riduzione: i soggetti che normalmente avevano una visione di 20/20 erano in media in grado di leggere solo sino alla sesta riga della tabella di Snellen, cioè mostravano una acuità visiva di 20/30.

Lo studio dimostra, quindi, che il raggiungimento della visione 20/20 non è solo il risultato di un buon sistema ottico dell’occhio e di una retina sana, ma anche di un ottimo controllo motorio, ad un livello che sfugge però alla consapevolezza.

Gli Autori concludono che, vista l’importante influenza che i microscopici movimenti oculari di fissazione esercitano sull’acuità visiva, gli specialisti dovrebbero considerarli nell’analisi dei pazienti con acuità visiva compromessa (miopia ed ipermetropia).

Lo studio, inoltre, evidenziando una correlazione tra movimenti oculari e proprietà funzionali dell’occhio, suggerisce che le terapie basate sull’allenamento oculomotorio possano contribuire a migliorare l’acuità visiva.

Fonte

Janis Intoy and Michele Rucci. Finely tuned eye movements enhance visual acuity. Nature Communications, 2020.

Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile

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