La diagnosi del deficit delle cellule staminali limbiche (LSCD): limiti e nuove prospettive

Le cellule staminali limbiche (LSC) sono cellule staminali adulte che si differenziano nell’epitelio corneale. Le LSC funzionali sono essenziali per mantenere l’integrità della superficie corneale e la trasparenza della cornea. Infatti, il limbus, l’area di transizione tra la cornea e la sclera, funge da barriera contro l’invasione delle cellule epiteliali congiuntivali.

Il danno diretto alle LSC e/o la distruzione del loro microambiente porta ad una condizione clinica denominata deficit delle cellule staminali limbiche o LSCD. Quando la funzione di barriera del limbus viene compromessa e l’epitelio corneale viene sostituito con cellule epiteliali congiuntivali, il marchio distintivo dell’LSCD, si può verificare un fenomeno di neovascolarizzazione all’interno dell’epitelio corneale e dello stroma in grado di portare ad un’opacizzazione della cornea e, infine, alla perdita della vista. Negli ultimi quattro decenni, la maggior parte degli studi sulla LSCD si sono concentrati sulla biologia delle LSC e sulla loro funzione nel mantenere la rigenerazione dell’epitelio corneale in condizioni patologiche.

Una review, pubblicata nel mese di gennaio 2018 sulla nota rivista Ocular Surface, sintetizza i correnti limiti e i più recenti avanzamenti nella diagnosi della LSCD.

Una diagnosi accurata dell’LSCD è fondamentale perché intervenire tempestivamente con trattamenti appropriati può impedire la progressione della condizione e ulteriori danni alla superficie oculare. Ad esempio, la cheratoplastica penetrante non può restituire la vista a un occhio ad uno stadio avanzato di LSCD, almeno non prima che vengano ripristinati livelli ottimali di LSC funzionali. Inoltre, negli ultimi decenni, la diagnosi di LSCD è stata effettuata principalmente sulla base della storia del paziente e dei segni clinici. Tuttavia, l’interpretazione di questi ultimi non è sempre univoca. Basti pensare che, la presenza di uno strato fibrovascolare può essere causata da una precedente cheratite infettiva piuttosto che da LSCD.

I risultati di questa indagine indicano che i criteri diagnostici attuali non possono valutare con precisione la gravità dell’LSCD soprattutto perché i cambiamenti strutturali propri di questa patologia possono avvenire prima dell’inizio della manifestazione dei segni clinici. Inoltre, le normali variazioni della struttura limbica possono complicare ulteriormente l’interpretazione dei segni. Ad esempio, pur essendo vero che la presenza delle palizzate di Vogt implica un normale limbo sano, l’assenza di tali strutture può essere sia un cambiamento anatomico precoce della LSCD lieve sia il risultato di un normale processo di invecchiamento. Lo stesso ragionamento può essere fatto per le cellule caliciformi: la loro presenza sulla superficie corneale è segno dell’invasione epiteliale della congiuntiva, ma la loro assenza non esclude necessariamente l’LSCD. Pertanto, l’esame citologico non è un test quantitativo e non può essere utilizzato per quantificare la gravità dell’LSCD.

Inoltre, non vi è consenso generale sui metodi per valutare la gravità e lo stadio dell’LSCD. È difficile, infatti, distinguere l’LSCD severo dalle altre forme di LSCD in base ai metodi diagnostici attuali. Sebbene le presentazioni cliniche di LSCD severo e LSCD totale siano simili, è probabile che il loro esito clinico e la prognosi dopo il trattamento siano differenti. Uno studio recente, infatti, ha rilevato che cellule epiteliali limbiche normali erano presenti in occhi classificati come ad uno stadio di “LSCD totale”.

In generale, quindi, gli attuali metodi e criteri diagnostici per l’LSCD si basano esclusivamente sull’esame clinico e sulla citologia tradizionale. Per superare le carenze degli attuali metodi diagnostici dell’LSCD, i ricercatori stanno valutando l’utilità delle nuove modalità di imaging in vivo del segmento anteriore oculare che costituiscono potenti strumenti per analizzare e quantificare i cambiamenti dinamici della struttura della superficie oculare a livello cellulare.

Gli Autori dello studio, inoltre, auspicano che vengano redatti una nuova serie di criteri standardizzati per la stadiazione dell’LSCD, stabiliti usando una combinazione della valutazione della presentazione clinica, dell’analisi quantitativa delle variazioni strutturali della superficie oculare e del rilevamento di biomarker molecolari.

Bibliografia

Le Q, et al. The diagnosis of limbal stem cell deficiency. Ocul Surf. 2018 Jan;16(1):58-69. doi: 10.1016/j.jtos.2017.11.002.

Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile

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