Cheratite da Acantamoeba: picco di casi nel Regno Unito

Registrato un tasso particolarmente elevato di nuovi casi di infezione tra gli utilizzatori di lenti a contatto

L’utilizzo di lenti a contatto contaminate ha determinato nel Sud-Est dell’Inghilterra un notevole incremento dei casi di cheratite da Acanthamoeba, con tassi quasi triplicati nel biennio 2010-2011 rispetto al periodo 2004-2009.
I dati di questa “epidemia” sono stati riportati in uno studio pubblicato sul British Journal of Ophthalmology.
Sono stati raccolti i dati d’incidenza annualizzati a partire dal gennaio 1984 fino al dicembre 2016.
I pazienti per lo studio caso-controllo sono stati reclutati tra aprile 2011 e giugno 2017.
In base ai dati raccolti dal Moorfields è stato registrato un incremento in media di 50,3 casi l’anno tra il 2011 e il 2016 nel Sud-Est dell’Inghilterra. Verosimilmente il dato è da considerare rappresentativo anche per il resto del Regno Unito, in quanto il Moorfields tratta più del 35% di tutti i casi di Acanthamoeba del paese.
Secondo gli Autori, ricercatori presso l’Università del New South Wales di Sydney (Australia) e il Moorfields Eye Hospital di Londra (Inghilterra), questo picco è probabilmente dovuto a una molteplicità di fattori, tra i quali anche i cambiamenti nei prodotti disinfettanti e nei materiali utilizzati per produrre le lenti a contatto.
Un primo fattore rilevante è l’utilizzo crescente nel Regno Unito di acqua per uso domestico raccolta in vasche, nelle quali si determinano condizioni favorevoli alla proliferazione dei microorganismi.
Per avere una mappa più precisa dei fattori di rischio i ricercatori hanno messo a confronto gli utilizzatori abituali di lenti a contatto, che si erano presentati in ospedale con cheratite da Acanthamoeba, con utilizzatori di lenti a contatto giornaliere, recatisi in ospedale per altre emergenze.
I risultati indicavano quali fattori di rischio:
– Utilizzo di soluzioni detergenti inadeguate
– Lenti ad elevato contenuto d’acqua, in idrogel (gruppo IV)
– Scarsa igiene delle lenti a contatto
– Non lavarsi le mani prima di manipolare le lenti
– Indossare le lenti a contatto in piscina o nella vasca da bagno
– Appartenenza all’etnia bianca britannica.
Le soluzioni disinfettanti non pienamente efficaci per una completa pulizia delle lenti a contatto  sono già state tra le cause di picchi di cheratite da Acanthamoeba sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito nel passato. In realtà non esiste una metodologia standard per test in vitro riproducibili delle soluzioni disinfettanti da utilizzare contro l’Acanthamoeba e test indipendenti hanno dimostrato che i disinfettanti multiuso non sono efficaci contro questo microrganismo.
Il ruolo dei materiali di cui sono fatte le lenti è molto complesso, come segnalano i ricercatori, e bisogna anche considerare che i microorganismi aderiscono in modo differente ai vari tipi di materiale. Essendo la maggior parte delle cheratiti di natura batterica,  i ricercatori hanno anche ipotizzato che la ricerca sui materiali, mirando alla riduzione del rischio di cheratite batterica, potrebbe in modo indiretto aver accresciuto il rischio di cheratite da Acanthamoeba.
Pertanto per quanto riguarda le lenti a contatto del gruppo IV, gli stessi ricercatori suggeriscono che, piuttosto che passare ad un altro materiale, sarebbe meglio puntare ad ottimizzare tutte le precauzioni di carattere igienico, sia per quanto riguarda la pulizia delle lenti che per quanto concerne la loro manipolazione, ed evitare di indossarle quando si è esposti all’acqua (doccia, piscina, etc).
Sarebbe, infine, auspicabile ridurre al minimo l’utilizzo delle soluzioni detergenti utilizzando quando possibile lenti giornaliere monouso.

Fonte

Carnt N, Hoffman JJ, Verma S, et al. Acanthamoeba keratitis: confirmation of the UK outbreak and a prospective case-control study identifying contributing risk factors. Br J Ophthalmol. 2018 Sep 19. pii: bjophthalmol-2018-312544. doi: 10.1136/bjophthalmol-2018-312544.

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Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile

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