Cecità e ipovisione

È l'acuità visiva il parametro con cui si determina la cecità o l'ipovedenza in un paziente.

Cieco e ipovedente

In base alle definizioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità):

– una persona è cieca quando l’acuità visiva corretta nell’occhio migliore è inferiore a 1/20
– una persona è ipovedente quando l’acuità visiva corretta nell’occhio migliore è compresa tra 3/10 e 1/20.
Nell’ambito di tale distinzione sono state definite cinque categorie (International Classification of Diseases – 9th revision).

La prima e la seconda riguardano l’ipovedente:
1a cat. = visus 3/10-1/10
2a cat. = visus 1/10-1/20
Le altre tre categorie riguardano, invece, il soggetto cieco:
3a cat. = visus 1/20-1/100
4a cat. = visus 1/100-P.L. (Per Lontano)
5a cat. = visus spento.

In Italia il concetto legale di cecità-ipovisione è stato ridefinito con la Legge n. 138 del 2001“Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici”. Questa legge ha introdotto l’importante innovazione di prendere in esame, per la valutazione del danno, non solo lo stato della visione centrale, ma anche lo stato della visione periferica (il campo visivo).

La precedente legge (n. 382/70) quantificava, invece, la menomazione visiva sulla base di un solo parametro: il visus; succedeva così che un paziente, affetto da retinite pigmentosa o da glaucoma in fase avanzata, con un campo visivo ridotto a meno di 5 -10 gradi, non fosse nemmeno riconosciuto ipovedente.

Cecità e ipovisione nel Mondo


In base agli ultimi dati dell’OMS (2010):

Si stima che nel mondo ci siano complessivamente 285 milioni di persone affette da deficit visivo, di cui 40 milioni di ciechi e 245 milioni di ipovedenti.
– Nei paesi in via di sviluppo, a causa del forte incremento demografico, il problema è più grave: si stima che vi vivano il 90% del totale dei ciechi ed ipovedenti.
– Le principali cause di deficit visivo sono: i vizi di refrazione non corretti (43%) e la cataratta (33%).
– La prima causa di cecità è la cataratta (51%), seguita da glaucoma e DMLE.
– L’80% dei casi di cecità e ipovisione è dovuto a cause che possono essere prevenute, si tratta quindi di cecità evitabile.
– Il numero di persone con deficit visivo dovuto a patologie infettive si è notevolmente ridotto negli ultimi 20 anni.

Cecità e ipovisione in Italia

In base ai dati INPS del 2012, pubblicati dal Ministero della Salute, il numero totale dei ciechi nel nostro paese è di 129.127, distribuiti per regione secondo la seguente tabella

REGIONI E PROVINCE AUTONOME Popolazione (numero) Totale ciechi invalidi (numero)
Piemonte 4.457.335 8.885
Valle d’Aosta 128.230 260
Lombardia 9.917.714 13.907
Prov.Aut. Bolzano * 0 0
Prov.Aut. Trento * 0 0
Veneto 4.937.854 8.263
Friuli Venezia Giulia 1.235.808 2.038
Liguria 1.616.788 3.437
Emilia Romagna 4.432.418 7.483
Toscana 3.749.813 3.783
Umbria 906.486 2.351
Marche 1.565.335 3.530
Lazio 5.728.688 11.482
Abruzzo 1.342.366 4.720
Molise 319.780 1.113
Campania 5.834.056 11.098
Puglia 4.091.259 10.404
Basilicata 587.517 1.920
Calabria 2.011.395 5.906
Sicilia 5.051.075 18.028
Sardegna 1.675.411 5.078
Totali 60.626.442 129.127

Popolazione residente: DATI ISTAT 2012
* in applicazione della L.191 art. 2 commi 106/126

In base alle stime Istat 2005 il numero degli ipovedenti in Italia si attesta intorno al milione e mezzo ed è in crescita costante. Questo fenomeno è spiegabile, innanzitutto, in relazione all’invecchiamento della popolazione. Infatti la riduzione dei tassi di mortalità, la diminuzione dei tassi di natalità e il concomitante aumento della durata media della vita hanno determinato un incremento nel numero degli anziani.

Tutti i più importanti studi epidemiologici (National Health and Nutrition Survey; Framinghan Eye Study; Baltimore Eye Survey; Beaver Dam Eye Survey) dimostrano che il progredire dell’età costituisce sicuramente il fattore di rischio più importante per l’insorgere dell’ipovisione.

La prevalenza dell’invalidità visiva permanente, infatti, aumenta con il progredire dell’età, ma gli incrementi diventano esponenziali dopo i 60 anni: il rischio di diventare ciechi aumenta addirittura di venti volte dai 65 ai 90 anni di età! In pratica nei soggetti con età compresa tra 65 e 74 anni si ha una prevalenza dello 0,4-0,8%, in quelli con 75 anni e più, del 2,3% e più.

Inoltre il progresso dell’oftalmologia, sia in termini di prevenzione che di efficacia delle terapie, ha fatto sì che molte gravi patologie oculari, che in passato portavano alla cecità assoluta, oggi vengano bloccate allo stato di ipovisione.
L’ipovisione costituisce, quindi, un’emergenza sociale sempre più importante, in quanto l’individuo ipovedente non è in grado di svolgere in autonomia le normali attività connesse alla vita sociale e lavorativa.

Inoltre oggi è richiesto, a tutte le età, un livello di performance visiva molto alto per poter continuare a guidare l’automobile, lavorare al computer, utilizzare tablet, telefoni cellulari e altri device tecnologici.

Si tenga in considerazione che l’85% dei soggetti con età superiore a 65 anni, che presenta una acuità visiva inferiore o uguale a 6/18, non è in grado di leggere in maniera “efficace” caratteri di stampa standard (leggono meno di 80 parole al minuto). L’87% dei soggetti con una acuità visiva inferiore a 6/30 lamenta serie difficoltà nel riconoscimento dei volti.

Con una acuità visiva inferiore a 6/60, il 50% dei soggetti lamenta difficoltà nei movimenti ed il 66% incontra difficoltà nell’esecuzione di compiti semplici, quali digitare un numero telefonico o utilizzare una chiave in maniera corretta.

È, quindi, di fondamentale importanza che le autorità sanitarie e gli organi di governo, sia in ambito nazionale che internazionale, si impegnino a prevenire la perdita visiva evitabile al fine di garantire al più alto numero possibile di individui un livello di funzionalità visiva tale da mantenere l’autonomia personale e la possibilità di continuare a svolgere la propria attività lavorativa e vita di relazione.

A livello mondiale la lotta contro la Cecità evitabile costituisce l’obiettivo di Vision 2020 – The right to sight, il programma congiunto promosso da OMS e IAPB (International Agency for the Prevention of Blindness) a cui hanno aderito un ampio numero di ONG, associazioni professionale, istituzioni e aziende impegnati nell’Eye-care.

Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile

Potrebbe interessarti anche