Cataratta: flora batterica oculare e suscettibilità agli antibiotici

Sebbene la chirurgia della cataratta sia considerata una procedura sicura, l’endoftalmite rimane una complicanza rara, ma potenzialmente grave. I batteri che causano l’endoftalmite postoperatoria possono avere origine dalla normale flora batterica della congiuntiva e della palpebra. Al momento, tuttavia, non esiste un consenso globale sulla profilassi dell’endoftalmite. La preparazione della superficie oculare con iodio-povidone topico è diventata uno standard della procedura chirurgica, sia in Europa che negli Stati Uniti. Ciò nonostante, lo iodio povidone non fornisce una sterilizzazione completa della superficie oculare e, quindi, vengono generalmente utilizzate alcune strategie profilattiche aggiuntive per ridurre il rischio di endoftalmite.

Un recente sondaggio dell’European Observatory of Cataract Surgery ha rivelato che vengono usati antibiotici topici nel 42% degli interventi di cataratta prima che i pazienti arrivino in sala operatoria e nell’87% dei pazienti nel decorso post operatorio. Risultati simili sono stati riportati in un sondaggio online condotto dall’American Society of Cataract and Refractive Surgery.

In relazione a queste strategie profilattiche è fondamentale, tuttavia, prendere in considerazione anche il problema dell’antibiotico resistenza. Infatti, poiché la flora batterica e la suscettibilità agli antibiotici variano geograficamente e nel tempo, è necessaria una periodica sorveglianza locale per prevedere eventuali fenomeni di resistenza agli antibatterici.

Dato che, come detto, la flora oculare di un paziente può essere la fonte di batteri responsabili della maggior parte dei casi di infezioni intraoculari, ridurre la carica batterica sulla superficie oculare o eradicare i microrganismi che possono raggiungere l’occhio è la strategia migliore per ridurre il rischio di endoftalmite post-operatoria.

Caratterizzazione della flora oculare nei pazienti sottoposti a chirurgia della cataratta

Uno studio, condotto in Italia, ha avuto come obiettivo quello di caratterizzare la flora oculare in un gruppo di pazienti sottoposti a chirurgia della cataratta e determinarne il profilo di suscettibilità a diversi antibiotici oftalmici.

Lo studio comprendeva 120 pazienti (49 uomini e 71 donne) e le colture sono risultate positive nel 72,5% dei casi. La maggior parte dei pazienti (47,1%) era positiva sia per la congiuntiva che per il margine palpebrale; il 16,1% è risultato positivo solo per la congiuntiva e il 36,8% solo per il margine palpebrale. Pertanto, il coinvolgimento della palpebra è stato osservato nell’83,9% dei pazienti. Questi risultati sono coerenti con quelli riportati da studi precedenti, che mostravano un range di positività colturale dal 67% all’85%, con un coinvolgimento fondamentale del margine palpebrale.

Inoltre, come già osservato in studi precedenti, la maggior parte degli isolati identificati nello studio (70%) erano Staphylococcus epidermidis e Staphylococcus aureus, microrganismi implicati in circa l’80% dei casi di endoftalmite postoperatoria. Gli S. epidermitis resistenti alla meticillina (MRSE) rappresentavano il 47% degli isolati di S epidermidis e gli MRSA (S. aureus resistenti alla meticillina) dal 30% al 64% degli isolati totali di S. aureus.

Antibiotici e cataratta: l’efficacia della netilmicina

I batteri isolati sono poi stati classificati come suscettibili, intermedi o resistenti ad un’ampia gamma di antibiotici.

Escludendo gli antibiotici non disponibili per uso topico, gli isolati sono risultati altamente suscettibili alla sola netilmicina, mentre hanno mostrato alti livelli di resistenza ad azitromicina, ofloxacina e tobramicina. Circa il 30% degli isolati erano resistenti ad almeno 3 classi di antibiotici (ad es. fluorochinoloni, cloramfenicolo e macrolidi) e pertanto sono stati classificati come multiresistenti.

MRSA e MRSE sono altamente suscettibili alla netilmicina. Anche il cloramfenicolo e la tobramicina hanno mostrato una buona efficacia, mentre la maggior parte dei ceppi resistenti alla meticillina non era suscettibile ai fluorochinoloni. Questa specifica attività antimicrobica è clinicamente rilevante perché MRSA e MRSE hanno meno probabilità di essere eradicati con regimi di profilassi topica e potrebbero indurre facilmente  infezioni.

In conclusione, tra gli antibatterici disponibili per uso topico, la netilmicina è risultato essere l’unico farmaco con un tasso di suscettibilità complessiva superiore al 90%. Infatti, una somministrazione topica di 2 giorni con netilmicina, nei pazienti con coltura positiva, è stata in grado di eradicare i microrganismi nel 94% dei casi.

I risultati dello studio indicano, quindi, che la netilmicina potrebbe essere considerata un antibiotico di prima scelta in ambito preoperatorio, a causa del suo ampio spettro di attività che copre anche ceppi multiresistenti, inclusi MRSA e MRSE.

La netilmicina è efficace anche contro i ceppi resistenti agli aminoglicosidi a causa della sua resistenza alla maggior parte degli enzimi in grado di inattivarli.

Bibliografia

Papa V, Blanco AR, Santocono M. Ocular flora and their antibiotic susceptibility in patients having cataract surgery in Italy. J Cataract Refract Surg. 2016 Sep;42(9):1312-1317. doi: 10.1016/j.jcrs.2016.07.022.