FAG e ICGA nella diagnostica della DMLE
L’imaging della DMLE si basa attualmente su tre esami:
1) Fluorangiografia retinica (FAG – Fluorescein Angiography)
2) Angiografia con il Verde d’Indocianina (ICGA o esame ICG – Indocyanine Green Angiography)
3) Tomografia Ottica a luce Coerente (OCT – Optical Coherence Tomography)
Si tratta di esami con proprietà differenti e complementari tra loro; di conseguenza per esaminare la regione maculare in maniera completa si consiglia di effettuarli tutti e tre.
FAG e ICGA sono esami angiografici che sfruttano il principio della fluorescenza di sostanze coloranti, rispettivamente fluoresceina per la FAG e verde di indocianina per l’ICGA, e consentono di esaminare in modo dinamico le lesioni maculari, al contrario dell’OCT che le rileva in modo statico.
La FAG risulta ideale per esaminare la retina, mentre l’IGCA si utilizza per lo studio della coroide; in entrambi gli esami le immagini ottenute sono in bianco e nero e la presenza del colorante (fluorescenza) appare bianca.
La FAG è l’esame più antico (anni ’60) e costituisce tuttora il gold standard nella valutazione delle lesioni maculari. In condizioni di normalità, infatti, la fluoresceina iniettata per via endovenosa, una volta raggiunta la retina, per le sue proprietà fisico-chimiche, non può (in condizioni di normalità) attraversare la barriera emato-retinica interna e rimane all’interno dei capillari retinici, da cui fuoriesce (leakage) solo in presenza di condizioni patologiche che ne provochino una rottura.
L’esame fluorangiografico comprende anche la raccolta di documentazione fotografica con l’esecuzione di retinografie a colori, retinografie aneritre e immagini ad autofluorescenza.
Il limite della FAG è legato all’impossibilità di evidenziare con precisione quanto avviene a livello dei sottili vasi della coriocapillare, dove la fluoresceina libera (non legata alle proteine sieriche) è in grado di diffondersi negli spazi extravascolari, anche se non può attraversare il complesso membrana di Bruch – EPR (barriera emato-retinica esterna).
L’esame ICG, introdotto negli anni ’70 e pienamente sviluppato negli anni ‘90, utilizza come colorante il verde di indocianina che, a differenza della fluoresceina, si lega integralmente alle proteine sieriche e, quindi, rimane confinato, in condizioni di normalità, nel lume dei vasi della coriocapillare, impermeabili a queste proteine.
Per l’insieme delle sue proprietà l’ICGA rappresenta l’esame ideale per lo studio della circolazione coroideale e, quindi, per l’individuazione della trama dei neovasi nella DMLE essudativa. Inoltre è l’unico mezzo diagnostico che permette di differenziare con certezza i diversi sottotipi di anomalie vascolari (CNV, RAP e PCV), ma anche di escluderne la presenza, come ad esempio nei distacchi dell’epitelio pigmentato retinico (DEP) drusenoidi e sierosi.
Indice dei contenuti
Capitolo I
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Dott.ssa Daniela Bacherini, Prof. Gianni Virgili, Prof. Ugo Menchini
Capitolo II
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Prof. Stefano Piermarocchi, Dott.ssa Stefania Miotto
Capitolo III
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Dott. Francesco Pichi, Dott. Antonio Ciardella
Capitolo IV
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Dott.ssa Monica Varano, Dott.ssa Marta Sciamanna, Dott. Massimiliano Tedeschi
Capitolo V
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Dott. Ugo Introini, Dott. Giuseppe Querques, Dott. Maurizio Battaglia Parodi, Prof. Gabriel Coscas, Dott. Francesco Bandello
Capitolo VI
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Dott.ssa Luisa Pierro
Capitolo VII
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Prof. Bruno Lumbroso, Dott. Marco Rispoli, Dott.ssa Maria Cristina Savastano
Capitolo VIII
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Prof. Stefano Piermarocchi, Dott.ssa Stefania Miotto
Capitolo IX
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Dott. Alessandro Invernizzi, Dott. Ferdinando Bottoni, Prof. Giovanni Staurenghi
Approfondimenti
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Dott. Alfredo Pece